Si tratta di un breve sguardo
azzurro, risalta nel chiarore
dei capelli, onde di miele,
pensoso, assorto nella mente
che si inarca riguardo
idee fiammanti come meteore
e arriva forte come uno strale
l'accordo al pianoforte dissonante.
Rimbomba nelle armoniche,
il metallo stride sotto il colpo
delle dita sugli avori, punge
l'acuto e sostengono i bassi.
Le scale di settima, losche,
si ritrovano assieme nel corpo
dell'armonia che le congiunge
al maggiore e ai modi fissi.
E la tensione va per morire
in uno scaltro tintinnio
dei leggiadri, trilli ballerini
che nel tango sinuoso
e repentino, tentan l'ardire
di un finale col frullio,
tremano le dita carine
al loro danzare tortuoso.
Giungono a congiungersi
durante l'inchino dell'autrice
di cotanto, bellissimo chiasso,
e ora riflette sugli errori,
sulle scaltrezze per riprendersi
da questi, e infine un po' truce
si dirige passo dopo passo,
immersa tra scrosci di cori,
applausi, amore della gente
con gioia, dietro le quinte.