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Angelos sta Leuka

Vedendo una candida figura
vengo accolto da una follia
e osserverei con maniacale cura
ciò che mi manda la testa in moria.

Certo, vedo bellezza anche dove non c'è
e trovo motivi a ciò che non ha perché,
ma son altresì sicuro di cosa osservo
e mi smuove l'animo, il cuore ed ogni nervo.

Speciale è il legame dello sguardo
con l'opera che l'amore difende
e il poter raggiungere con l'occhio
una rarezza che spunta come un cacchio
mi fa provare un benessere grande
e in quel candore alla fine mi perdo.

Troppo preso da cosa ammiro, noto
che non sempre tratto a modo essa,
magnifica entità di luce che è,
e ci rifletto, chiudo e riapro gli occhi e,
timido volgo ancora ad ella stessa
lì come prima, fatto di carta un loto.

Un doglia salutarti, osservarti andare
ma capisco che la bellezza sta specie
nella tua libertà, nel tuo ampio vagare,
una colomba, un falco di unica specie.

E pace ispiri con la tua guerra di vita,
continua battaglia per rimanere in gita
ancora ed ancora, su questa terra arida
dove a volte sai trovarti di che bere,
e quando per caso posso anch'io essere,
una goccia di rugiada, un pio sollievo,
nel tuo mosaico, una delle tante tessere,
allora lì noto che sei un capolavoro di rilievo.

Mi pare molesto anche pensarti, avere
tra la mente il tuo volto che sorride
ma riflettendoci, sarebbe anche peggiore
la sorte di un bel volto solo, immemore
senza ricordo e immagini nitide, dunque
sono felice di vedere e saperti vivere.

Sia dentro o fuori da me, nel mondo,
sarò almeno consapevole del tuo bello,
del tuo gioire al benessere, al gusto
e anche l'incastrarti in qualche tranello,
qualche lato dell'amore è anche angusto;
ma sei forte, per te non è solo che un girotondo.

Dopotutto, gli angeli, non hanno ali solamente
per volare, ma anche occhi per amare.
Cuori per pulsare linfa vitale, rossa,
un'icore mortale che come una vela, issa
il corpo di un'anima in lande amare,
la vita di una fanciulla nella realtà presente.

E che fortuna, cielo che bel momento!
Tale prodigio, tale magnifico portento
ed io qui, me ne sto tacito e sgomento,
ad ammirare il panneggio di una dea, al vento.

 

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