Mi distendo nell’acqua calda…
Vago, vago lontano…
Mi trovo su un talamo alto,
su una pila di legni secchi
Si avvicina una processione di monaci, lenta…lenta
Piove piano…piano
Da lontano sento il suono di un tamburo.
Le gocce di pioggia mi bagnano appena gli occhi.
Il tamburo ritma fisso e monotono….
Sento la bocca arida: acqua!
La lingua implora: acqua!
Non riesco ad aprire le labbra.
Di colpo un turbante bianco: un sacerdote!
Paura.
Ora il fumo mi circonda, cresce il calore.
Ora la pioggia evapora prima di toccare il mio corpo.
La schiena…la schiena inizia ad ardere!
Non mi muovo, mi abbandono.
Il caldo torpore delle fiamme, in fondo, è dolce
come un abbraccio caldo e protettivo,
come una calda placenta materna.
Il fuoco mi consuma, ora lo sento nel cuore,
lo sento nei polmoni.
Non mi agito, non protesto.
Nessuno mi salverà:
nessuno ha mai potuto salvarmi!
Sto evaporando, mi sento nell’aria,
sono nel vento, sono sperduto nel respiro dei miei stessi polmoni.
Mi sento fondere in questa putrida acqua
che toglie ogni mia sporcizia senza mai pulirmi da nessuna.
Così mi lasci, amore mio, come liquefatto…
Mentre un gran fuoco mi divora!