Un, due, tre.
Un, due, tre.
Scandito così,
come l’elegante Valzer,
questo rossiccio crepuscolo
per noi.
Uno è l’infrangersi dell’onda,
due il suo ritirarsi,
tre i giorni che ancora ci rimangono.
Seduti a riva
l’acqua ti carezza i piedi,
(come biasimarla!).
A pochi metri
gli ultimi vanno via.
Anzi no,
oggi gli ultimi saremo noi:
gli ultimi del mondo.
E giuro,
ricorderò questo momento.
E so,
che i ricordi diverranno note.
Questa serenità
non annuncia
certo tempesta,
ma fra tre giorni
non ci salveremo
lo stesso.
30 agosto 2007