E mi ritrovo a pensare,
contornata da gelidi pianti,
come stessi guardando il mio mare
osservata da mille bagnanti.
Voci di paura e grida di dolore
danno il suono alle deboli note;
noi silenti ascoltiamo il rumore
delle frasi più crude e più vuote.
Che bagliore quel un giorno lontano
quando ancor non sapevo il mio io:
ogni sole ardente e marrano
raccontava un futuro desio.
Era l’alba di un lungo dolore
tra ricordi, passioni e poeti;
solo foglie e il mio debole cuore
tra infiniti e nascosti segreti.
Era bello coprirsi d’incanto
saziata da mille illusioni:
con un uomo seduto d’accanto
a giocar con le sue tentazioni.
Sono solo passati degli anni
ma nel tempo che mi ha favorita
ho guarito i miei tristi malanni:
non dò posto a una mente avvilita.
C’è speranza e di più c’è certezza
di accettare una vita sfiatata?
no, vado via: c’è una morbida brezza
che mi porta alla terra mia amata.*
( * N. d. A. mi riporta indietro)