Mi capita spesso di avere voglia di compagnia
Di una compagnia sconosciuta
Fatta di sguardi silenziosi
e di parole che restano non dette
Fatta di possibili alchimie
e di innocenti inconsapevolezze
Così spesso me ne vado
con un libro sotto braccio
nella sala d’aspetto
della stazione ferroviaria
Me ne sto lì col libro aperto sulle ginocchia
a studiare in silenzio i volti
di chi mi precede e di chi arriverà dopo
Sconosciuti lineamenti
di un mondo mai incontrato
Talvolta li guardo
e mi sembrano ombre
VITE
impegnate nel futile tentativo
di inventarsi vie di fuga dal pensiero
E c’è un vecchio che ascolta la radio
e una donna che sfoglia una rivista
e un uomo là in fondo che scrive qualcosa
e l’inserviente che si appoggia alla scopa, stanco
Ma sembra che nessuno di loro
presti veramente attenzione a quello che fa
Ci vorrebbe una distrazione
qualcosa di diverso, anche di terribile
un boato forte che incrini il silenzio del tempo che va
un istante da ricordare per il resto dell’anno
[o, almeno, della giornata]
Di
solito
non
succede
niente