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L'Uomo Spezzato
Un uomo Spezzato stava seduto sulle panche di una Cattedrale,
vestito di stracci, cencioso nel cuore,
il viso disfatto, occhi infossati, zigomi aguzzi,
i connotati dell'uomo che soffre.
Le gote scavate coperte da strati di lordume antico,
anch'esso coperto da ispida barba,
sono il marchio rovente dell'uomo che non nutre speranza.
Nel suo vaniloquio parlava con Dio,
mescolava preghiere a pensieri blasfemi,
malediva i suoi Avi e l'umano consorzio,
chiedeva soltanto un istante di Pace.
In quel momento il martirio era così grande che dalla sua bocca,
misera cosa ormai orba di denti,
perle d'avorio immolate in olocausto al suo liquido Dio,
dalla sua bocca dicevo, perdonate il mio divagare,
risuonò con rombo di tuono, per le volte dell'antico Tempio,
una supplica muta e tremenda:
"Basta son vinto! inchioda anche me sulla Tua Croce,
oh! Figlio di Dio, Ti rendo l'Anima al morir del sole,
ma,
Ti scongiuro allontana da me quel Calice
colmo del Veleno che non voglio più bere!"
Dalle arcate di quel Sacro Sito risuonò soltanto, con urlo ferino,
l'atroce silenzio di chi non vuole parlare,
lo sdegnoso rifiuto di chi non vuole ascoltare.
Ma se il Padre ed il Figlio restarono muti,
la Grazia Divina non fu sorda a sì feroce patire,
costrinse quell'uomo ridotto in brani a leggere dentro il suo cuore,
affinché avesse risposta alla sua invocazione.
E l'uomo Spezzato udì parole che era lui stesso a pronunciare:
"Quando raccolsi dell'umile fango lo plasmai a mia immagine e somiglianza,
poi con soffio Divino gli diedi la Vita
dopo di ciò gli concessi l'Arbitrio di sceglier la Via.
Ora Tu sai perché non voglio indicarti il Cammino.
C'è sempre un Bivio cui approdare,
una Strada è in Salita, l'altra Discende, tua è la scelta su quale seguire.
Quella che sale è un arduo viaggiare, ma verso la Vetta conduce,
quella che scende è più leggera ma il suo traguardo è il Fondo del Pozzo."
Quelle parole un poco oscure non furon bastanti a lenire l'orrore,
la disperazione, come cane mordace,
continuava a far strazio dell'uomo Spezzato
povero essere in cerca di Pace.
Un lieve rumore, un sussurro di passi
ed un Uomo si sedette accanto al reietto,
gli prese la mano, purulenta escrescenza gonfia d'umori,
con voce ferma e gentile disse queste parole:
"Mio caro Amico, sfortunato Fratello,
no! non parlare, ascolta, apri il tuo cuore,
forse io so perché tanto dolore dai tuoi occhi traspare,
forse abbiamo in comune il Germe malvagio,
il gran Vermo che di noi si pasce.
Quel nettare d'uva, quel nome che non voglio più pronunciare,
giacché il solo ricordare mi fa tremare le vene nei polsi.
Ti prego, Ti imploro, permetti a quest'uomo di aiutarti,
perché così facendo aiuto me stesso,
perché se Ti darò appoggio Tu stesso mi sarai di sostegno."
L'Uomo spezzato si volta,
i suoi miseri occhi intravedono un viso leale e disteso,
lo Sconosciuto si alza,
l'Uomo spezzato lo segue senza parlare,
in quel momento non agogna la Croce, non sogna Calici da allontanare.
L'Uomo spezzato raccoglie i suoi Pezzi,
le Tessere del Mosaico scomposto che fu la sua Vita,
li assembla in modo ordinato,
l'immagine che comincia a vedere è l'immagine di un Oggi migliore,
finalmente un Oggi d'Amore.
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