Invidiavo il destino delle aquile
ed ero aquila anch’io,
avevo grandi ali
però non sapevo volare;
ma una notte di novembre
lasciai il mio umile nido,
una notte di novembre
spiccai il primo volo
e squarciavo, e ridevo,
la notte ed il cielo.
Il primo volo ricordato come l'ebbrezza del vivere che si prova quando si incontra il primo amore. L'abbandono del nido con un temerario volo che apre nuovi orizzonti e ti fa sentire padrone del cielo, del mare, dell'universo. Un respiro nuovo e una sensazione che la poesia rende in maniera semplice e vigorosa.
Diciamo così: il mese di novembre è più che altro simbolico, anche se in tale mese sono accaduti, negli anni, tanti eventi in grado di cambiare la mia vita.
Anonimo il 24/12/2007 16:52
una poesia molto intima e personale. chissa cos' hai fatto quel novembre