È una sera di fine Aprile
e in un cielo limpido
brilla una luna splendida
che con la sua luce pallida
vezzeggia i miei pensieri
spogliando d’ombre i sentieri
di questa notte illogica…
Leggero come neve
sull’esile incanto
che trasfigura il reale
sazio d’assurdo mi abbandono
fondendomi ai palpiti
nel vuoto del mio stomaco
Mi ridesto tra i colori
di una maliarda primavera
e come un nobile ballerino
volteggio tra i riflessi
di una leggiadra illusione
mentre mi lascio trascinare
nel mare vellutato
di questa mia follia…
Nuoto lentamente
trattenendo il fiato
e la riva del mio delirio
è il palcoscenico di un teatro
dove posso recitare
nascondendo il mio volto
per non rischiare di sfibrare
queste mie fragili mura