Torno sui miei passi
abbandono il ricordo
di te
che più non esisti.
Non più pensieri scomposti,
non più brucianti atomi di dolore
a straziare le mie carni!
Esco dalla tua stanza
calpestando passi di silenzio
e colgo nuove aurore.
Mi immergo nell'animo
e mi scopro.
e libera, senza sussulti, cammina
ora la mia mente.
Grazie Elena, sì, ho voltato veramente, definitivamente le spalle ad un'esperienza molto dolorosa, che ha riempito lunghi anni della mia esistenza. Ora la mia mente è davvero libera di volare verso nuove aurore. Certo.. coraggio, quello di soffrire ancora e determinazione... ma ce l'ho fatta. Un abbraccio di cuore.
Ada Ferino dimentica l’etimologia latina della parola RICORDO. Per i latini era “RE CORDIS”, che tradotto significa: NUOVAMENTE - DEL CUORE. In altre parole: ancora, di nuovo, fino ad ora, da sempre lì, immancabilmente presente nella memoria, nel cuore! È difficile alienare questa farfallina che scompare e ricompare. Ada fa ricorso ai suoi accorati versi, li usa come uno smacchiatore definitivo, ma non riesce che a rinvigorire le pur lontane immagini. Volutamente la Ferino non nomina il soggetto del suo dolore, ma questo le rafforza il pensiero e a noi, che possiamo comprendere il suo stato d’animo, lascia una breve, piacevole e echeggiante lirica.