Il cielo canceroso piove malsano sulla città scura e sporca
inquinata da persone impazzite.
Rivoli grigi si insinuano inquietanti come rettili
ai fianchi dei marciapiedi
trascinando scorie ed avanzi in oscuri tombini
fra tetre spaccature del terreno.
Piange il cielo sporcandosi,
mentre i dannati sferragliano
fra il delirio di luci e l’aria di piombo.
Pozze marce, rotte dai pneumatici e dal calpestìo della fretta
si ricompongono schiumando.
Il vento scuote inutilmente il mondo,
l’acqua sferza l’inarrestabile follia,
la nebbia avvolge le mie inquietudini.