I giorni passano, passano i mesi
e gli anni maturano.
Maturano i frutti acri della miseria
e lo stento delle case popolari
non ha cambiato il volto
a questo tempo.
Il fuoco arde dentro il loro forno
che cucina il pane la mattina
e arde nello stomaco di un padre
che patisce le promesse di un padrone.
I figli crescono
e maturano le idee
e nelle case di questa Napoli di feste
si respirano promesse uguali a prima.
E il tempo scivola
fra le carezze di una madre rassegnata,
che tira i conti fino a fine mese;
e i comizi alla televisione
dei prossimi eletti santi
che faranno miracoli per il paese.
I vecchi guardano,
ma le novità non gli appartengono,
e lasciano che il tempo scorra coi ricordi,
che sono duri come duro era l’acciaio,
quello fuso per quarant’anni.
Com’è difficile oggi volersi bene,
per me e per lei
che stiamo sempre insieme.
Sognando troppo c’è venuta fame
e a starci attenti non ci fa piacere