Taccio
e pongo il mio pensiero
in ricordi lontani.
Vola il cuor mio ai lidi di circe,
ai monti brulli,
al mare spumeggiante
e all'aere impregnata
di odoroso mirto.
Li v'era una candida casa,
che un tempo fè con sudore
il padre adorato
che or dorme il suo sonno
in marmo serbato.
Ah, fanciulletto che fui,
come ben mossi i miei passi,
nel tuo cortile,
quando l'aere estivo
nel meriggio
soffocava il tutto!
Era un frinir continuo
di cicale in festa
e un gracidar di rane salterine.
Ricordo l0odoroso pino,
le aiuole ben ricolte,
l'oleandro venefico
che esplodeva in mille più colori.
Sento ancor chiamare
ed echeggiare
il mio nome
in quel giardino muto.