Allora era così lieve e lontano lo sguardo su quelle ore
passate immobile davanti a quel semaforo, che ora
il ricordo di quello fugace, sulla figura senza verbo,
diviene l'inizio della fine della stasi.
Il movimento presto distanzia l'apparente,
alla ricerca di quel colore assopito nella mente,
in attesa di essere riconosciuto nella voce dell'altra.
Il tono, mai alto, dona all'altro innocenza
che si trasforma in un desiderio di pace
sebbene le armi siano ancora strette nelle mani.
Le stesse ora cedono alla ragione del sorriso
e aprendosi raccolgono il colore dell'altra
mescolandolo al proprio nella lunghezza d'onda,
che ora riconosco come via libera.
Adesso il semaforo scompare e il percorso diviene aereo
e tu luminosa, sulla tela, di un colore
ricco di speranza presente e futura che io,
attraverso i tuoi occhi, chiamo con te verde.