È notte fonda, sono le 3, 40
Seduto al buio attendo il lento passare delle ore
che mi porteranno ad un nuovo mattino,
anche stanotte non riesco a dormire
troppi pensieri stipano la mia mente
I l fumo della sigaretta alla Humphrey Bogart inonda la stanza
del suo fetido odore creando un effetto nebbia surreale
Di un'auto si ode il rombo in lontananza
scorre veloce sull'asfalto bagnato
da una fitta pioggia leggera di primo febbraio,
Una flebile luce attraversa la stanza
formando ombre e giochi in bianco e nero
ed è li che ti vedo, vedo il tuo viso,
i tuoi occhi,
occhi chiari,
occhi lucidi,
occhi di luna,
occhi di perla,
occhi felini
mi guardano ed in quel profondo silenzio
sembrano chiamarmi, fissi, sbarrati
ma nello stesso tempo dolcissimi
penetrano i miei
Il mondo ed il tempo si sono fermati
La gola arsa, la voce strozzata cercano di dire il tuo nome
senza che un alito esca dalla mia bocca
tendo la mano per prender la tua, sei vicina ma irraggiungibile
mi allungo,
mi stiro,
sento le ossa dell'avambraccio tirare
la mano trema per la tensione
ma non riesco a prenderti,
eppure sei qui, davanti a me nella stanza.
Una nuvola bassa cela quella flebile luce
che al suo ritorno mi svela la tua assenza
smarrito mi guardo in giro sperando che tu ti sia spostata
ma non ci sei,
mi manchi,
un nodo alla gola, uno sgomento mi prendono fino a soffocarmi
ma un brivido lungo la schiena mi riporta alla realtà
e allora comprendo che è solo la proiezione di un desiderio.
So che realmente in qualche dove ti trovi
e questo deve bastare.