O sicilia O sicilia
fanciulla dalle bionde chiome
e dalle rosse gote
splendita conca d'oro
degli odorosi aranci,
che brezza del vento spande in ogni dove.
Terra del sol che fa brillare i tuoi monti
nerisveglia le creature stanche,
che a bramo a bramo ta danno vita,
fanciulla, t'adagi nell'odoroso campo di fiori
ma triste è il tuo viso
sanguinante è il tuo cuore
legati da orrende catene i delicati polsi
e allora tuo padre Tirreno
porto' il tuo lamento oltre il mare.
Ricordi?, fosti terra di conquista,
fosti culla del sapere.
Ma come fanciulla malata ti abbandonasti
e il morbo ti corrodeva.
Ma quel di' come dal mare arriva burrasca
così arrivo' giustizia.
In piu di mille sbarcarono sulle sicule terre
e le spiagge ricevettero il fermo piè dei valorosi.
Nelle terre insaguinate senza tua colpa
ne striscia l'orrenda vipera
che innietta veleno nel tuo seno
ora attenta perche' dietro ogni porta
della citta' morta v'e' pericolo.
La serpe velenosa insiedera' il fragil calcagno,
tu allora spezzerai le tue catene
eschiaccerai la sua testa come madre del signore
fece col serpente tentatore,
e folgore s'abbatera' sui nemici
che da troppo tempo spensero i fiori della vita
piansero i bambini.
Allor dunque Giove benigno ti prendera'
e ti portera' nel firmamentocome astro più bello.
Il vento della morte spazzoì via la vita
e il sangue degli innocenti
che morirono per la tua gloria
trovarono riposo in una marmorea tomba.