Ci godiamo il sole,
finchè ce n’è,
e restiamo in ascolto,
attenti,
nella vana speranza che l’orologio si prenda una pausa
già sapendo che non sarà così
Un altro secondo passa,
veloce come un’occhiata distratta,
e noi, con le facce immobili,
ci accorgiamo che il tempo a nostra disposizione
sta diminuendo
ritmicamente
senza perdere per strada neppure una goccia di sudore
senza alzare neppure un granello di polvere
E ricordi
ed esperienze
si aggrovigliano in testa
formando matasse
impossibili da districare
e mentre le passiamo in rassegna
un altro secondo corre
fulmineo
sul palcoscenico
danzando un perfetto tiptap
E vorremmo sentire
unghie lunghe e sottili
che graffiano lo stomaco
per sapere cosa si prova
dall’interno
E le nostre teste
sono scatole di latta
piene di ingranaggi arrugginiti
Restiamo qua,
in una muta agonia,
a compiere il nostro dovere
di brave marionette,
mentre la strada si accartoccia
sotto passi sempre più stanchi.
Siamo come panni appesi alle finestre.
Ci godiamo il sole,
finchè ce n’è,
ma il tramonto è là,
dietro l’angolo.