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noi che

un amico d'infanzia ritrovato e con lui un mare di ricordi


noi che si giocava ai soldatini
come nei film di Wayne e di John Ford,
noi che si vedeva due film in una volta 100 lire
come faceva Gaber a Porta Romana bella,
noi che a calcio avevamo un pallone di stracci
dietro il muro di cinta della ferrovia
e qualcuno si giocava tutto per riprenderlo,
noi coi calzoni corti in pieno inverno
nel cortile della scuola, panino e cotognata
per carità del populismo laurino,
noi che ci si attaccava al trolley,
sfidando la rotaia ed il destino,
noi che si andava alla dottrina
con la paura di un dio vendicatore
e non vedevamo l’ora di riprendere a peccare,
noi che si guardava sotto le gonne corte delle bambine
e si sognava di una ragazzetta e farle la dichiarazione,
noi che ascoltavamo Elvis the Pelvis
e odiavamo il molleggiato, che ci sembrava
soltanto una scopiazzatura,
noi che si tifava milaninter ed il Rivera
era un ragazzino come noi,
noi che bevevamo una birretta
e ci si sentiva belli e grandi e tosti,
noi che ci ha ingoiato la vita
come in imbuto senza fine,
noi che ci siamo ritrovati con un sacco di ricordi
e per fortuna siamo vivi,
noi che non siamo cambiati dentro
e che non molleremo mai,
noi destinati a perdere, noi della strada
quelli delle bucce sui ginocchi,
quelli della rabbia dentro gli occhi,
quella della libertà dei gatti….

 

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1 commenti:

  • Ugo Mastrogiovanni il 18/04/2008 21:14
    “Due film con 100 lire, un pallone di stracci, panino e cotognata, noi che ci ha ingoiato la vita, quelli delle bucce sui ginocchi”; anche per me: un ricordo emozionante; per i contemporanei: uno straccio di vita, per me commovente perchè non tornerà mai più. Anche se difficile e piena di privazioni, l’amavamo perché semplice, spensierata, bellissima, una vita che possiamo godere solo noi che l’abbiamo vissuta e che, permettimelo, è una poesia nella poesia, quella tua naturalmente.

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