"Spes ultima dea"
"Chi di Speranza vive, disperato muore"
Ora mi domando, un po' confuso,
che avessero ragione i nostri Avi, oppure è nel vero la saggezza popolare?
In realtà io credo che l'uomo sia soggetto al Fato,
il Fato è come un fiume che, talvolta stanco a volte prepotente,
scende a valle attardandosi in larghe spire,
o precipitando da strapiombi a picco, senza un disegno, unica meta il mare.
Il mio pensiero è questo:
se nei momenti in cui si snoda in sonnacchiose spire, per aggirare un colle,
se in quei momenti mi sforzo di rimodellare un poco le sue rive,
potrò forzarlo un minimo e così deviarlo dal rovinoso solco.
Il badile sarà il sacrificio, il piccone la rinuncia,
ma alto sarà il premio in terra se riuscirò ad imprimere la Svolta.
E quando il fiume si congiungerà al mare,
e le Parche cesseranno di tessere la mia trama,
allora, forse, potrò unirmi al mio Dio, al quale non assegno un nome,
poiché Colui che Lassù tutto sovrasta e regge,
accoglie ogni Uomo che di Lui sia degno,
a nessuno sono richieste credenziali, è sufficiente fare ammenda,
e presentarsi mondi al suo cospetto.
"Spes ultima Dea", d'accordo, ma chi di sola Speranza fatalmente vive,
veramente disperato muore.