È d'uopo ch'io sia acconcio alla bisogna,
come Cavaliere pronto a dar battaglia vestirò la corazza
atta a proteggere il corpo dagli acuminati strali che,
come mortali picche,
saettano da lingue velenose.
Lo scintillante scudo serrato saldamente al braccio,
sarà usbergo per il volto,
ché non venga raggiunto,
indi corrotto dal veleno sputato in quantità copiosa da chi,
abbietto e tristo,
ha in spregio Sobrietà e Franchezza,
ché ciò gli procura infinita doglia.
La corta daga,
dal doppio filo sapientemente lavorato,
con mano ferma calerà ogni volta,
senza pietà alcuna,
e avrà ragione di ogni umano, bestia o mostro,
che si porrà tra me e il mio Viaggio.
Altro non chiedo se non di viver sobrio tra le sobrie Genti,
ma sarò Incubo, sarò Nemesi,
per chi oserà negarmi questo,
sarò Saetta, sarò Tuono,
se ciò mi sarà negato.