Ha gli occhi di carbone, il figlio di hilde.
Sempre aperti, spalancati. Guance paffute e gambe da canguro.
Non parla mai, il figlio di Hilde.
Annuisce con disincanto, ma non parla.
Adopera sempre pennarellli blu,
disegna sempre stelline, verdi e cadenti, un po' sbilenche.
Siede sempre di lato, adombrato e stanco.
I coriandoli per lui son tutti uguali.
A volte, il figlio di Hilde, scatta all'improvviso,
emettendo uno strano sibilio s'accoccola sul ventre della madre,
disegnando nell'aria strane forme con le dita già adulte.
Non piange mai, il figlio di Hilde.
Mangiando spaghetti si macchia di sugo, sovente.
Ma anche se non vede ha imparato ad andare da solo in bagno.
E non sporca più, il figlio di Hilde,
angelo che al posto degli occhi ha ali di sogno...