Solo per un giorno,
lei ballò,
sulla punta soffice di una nuvola.
Intanto prendeva appunti di viaggio;
non voleva dimenticare nulla
di quello strano volo.
I suoi occhi erano ad un passo dal sole,
ne sentiva il calore,
e un raggio amico la teneva in alto.
Era davvero come avere le ali,
non sentiva nessun peso,
si librava leggera nell’aria.
Vedeva fiori pesco che eran di tutti,
boccioli di rosa come fremiti d’amore
e mimose fiorite a illuminare il cuore.
Poi criteri sani e di follia,
come angeli forzati,
iniziarono a tirarla giù.
Il mare la reclamava,
quella voce,
che sottocoperta urlava il dolore,
arrivò fin lassù.
Inevitabile ravvedimento.
Guardò per l’ultima volta
il mondo dall’alto
e si lasciò cadere giù.
Il mare tracimò,
mentre l’accolse.
Era duro come la roccia
e bagnato come il sudore di nessuno.
Si sentiva felice,
mentre si abbandonava al suo abbraccio…
Brividi d’amore la scossero,
mentre, la densità della marea aumentava,
invadendola per sempre,
risucchiando quel corpo tanto amato
in universi sommersi.