Dolci parole accarezzate dalla fede:
amare,
contentezza,
gentilezza,
pietà.
Lambiscono la mente dove il dubbio incede.
Ma è il vento del passato a echeggiare rudi ricordi:
odiare,
tristezza,
asprezza,
crudeltà.
Rendono alla massa gli animi muti e sordi.
Tu che predichi il bene te ne stai chiusa,
figura ottusa, che della carità ti fai Musa.
Tu che immagini un al di là eterno,
individuo odierno, attorno te ecco l’inferno.
Un bimbo piange perché non si sente protetto,
Madre guerra, padre denaro l’hanno adottato.
Le magre carni sotto al sole, quel bimbo piange:
la morte lo vuole.
Tu che invece stai felice nelle scuole,
a parlar del Divino amore,
nell’azione di stringere un rosario in mano,
lasciarlo scorrere tra le dita invano.
Figura nuda infreddolita dal gelo
dell’incoscienza che si alza come un velo.
Rimani così: sei soddisfatta
dell’opera fatta.