Questi versi sono per un amico molto caro
come me veneto, però lui è padovano;
la vita senza di lui sa molto di amaro
ci vediam poco, ma sol perchè abitiam lontano.
Il mio amico, è più che un amico normale
è il mio padrone, il mio affittastanza;
di mese in mese mi toglie il sangue, dice che è banale
ma sotto sotto sa che quando lo vedo il cuor mi danza.
Lui vien sempre puntuale
il cinque del mese è qui da noi
questo appuntamento prima o poi sarà fatale,
ma è irrinunciabile che lo vuoi o non lo vuoi.
Lui è Luigi, Gigio il Garotto
sta a Padova, via delle Camelie numero nove,
coi suoi 220 euro ormai m'ha rotto
certo siam amici, ma sempre sul bagnato "cacchio" piove!
Lui è dottore, un laureato
scienze politiche, classe d'oro sessantotto;
lavora in banca e dice d'esser sfigato
mai i nostri soldi li prende e fa fagotto.
"La mia vita è stata dura
ultimo figlio di sette fratelli
ho fondato l'ALSI, associazione dura e pura,
ho studiato e lavorato come affila coltelli."
Caro Gigio, amico fedele
lo sai, ti son legato, ti voglio bene;
ogni tanto mi fai sputar fiele
è che a volte del tuo affitto, ne ho le tasche piene!