Lettere per un destinatario ormai ceco,
scritte cosi leggermente da sembrare trasparenti,
parole per un ascoltatore sordo,
strozzate da un dolore tra stomaco e gola.
Pieno giorno eppure la luna è li in cielo,
quante volte è stata lassù e non me ne ero mai accorto,
rimpiango di non averle dato uno sguardo in più,
resto annichilito per non averla onorata con un dolce pensiero,
trovare una nuvola morbida e candida per trasportarle qualche sogno rubato.
È tardi, pesanti nubi di pioggia si abbattono a mezzogiorno,
coprono lei che sorrideva sincera,
bagnano me che muoio di freddo nel cuore,
poco sole rimane su impercettibili particelle di luce,
tanto amaro scorre nelle vene che lo portano in circolo,
per tutto il mio corpo si diffonde,
nessuna reazione allergica, se non un lieve rossore,
nessun tentativo di contrastare tale malattia,
dormo in un sonno vigile al dolore,
assassino di sentimenti e sabotatore di sogni,
apro gli occhi a te per riempirli di lacrime,
come cera mettono il sigillo a questa lettera,
chiudono ermeticamente il mio spirito,
un solo spiraglio da cui attingere quel poco d’aria per non morire.
Sostanza della mia passione, linfa delle mie emozioni,
amarti cosi tanto è stata la ragione che ha spinto
questi parassiti ad assalire i miei rami,
sto seccando e tu ti volti di spalle,
mi risparmi l’umiliazione di mostrarmi cosi spoglio.