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Primavera
"Danzano i profumi novelli sulle amache
Intersecate di fiori; le piogge di polline
Bagnano le ridenti corolle che sembrano
Soli in una cornice di soffi di nuvole.
Il cuore d'ognuno palpita e l'olfatto
S'inebria assopendosi sui tiepidi venti.
Le tasche si riempiono di fresche speranze
Cogl'occhi socchiusi a contemplar le stelle,
Le notti si spogliano nelle loro vesti scure
Ed il sole tramonta sulle pallide gote dell'alba.
Ah, a quali profondi sospiri mi diletto
Quando la primavera invade lo spirito mio infante!
Propri'ora scivolar vorrei in un sonno profondo
Coll'anima evasa dal mio tiepido corpo,
A solcar spazi indefinibili e arcaici regni,
E pregustar la lietezza dell'eterna vita Celeste.
I pennuti canterini si prostrano al sole coll'ali
Spiegate, disegnando piroette nel turchese cielo.
Il mare riflette la calma d'un sedativo
E specchia il brillore d'un sole commosso,
Che alterna il suo viso tra i nostri occhi
E il celarsi tra le schiene delle caste nuvole bianche.
Lo spettacolo aggrata le tristi mie vedute
Donandomi la stima per questa natura creata per noi!
D'improvviso un silenzio m'invade e m'assopisce;
Osservo gli ulivi che scodinzolano al vento, i fermi
Monti che guardano il cielo, una pietra ancorata
Al terriccio ch' è frustata dal libero ruscello che scorre.
È tutto così stupendamente naturale e contemplativo
Che mi vien voglia di pianger di gioia e delirar.
Beati coloro che vivono fra i meandri più profondi
Della loro fragilità: la consapevolezza ha lì giaciglio!
La felicità terrena è così sporadica che svanisce ancor
Prima d'iniziar; le folle si dichiarano "infelici"!
(II)
Fiumi di rondini invadono le lor dimore
Passate, di questi tempi, quando l'amore
Germoglia i suoi fiori, appassiti e inariditi
Dal freddo secco invernale. Gli arbusti
Dei salici fanno capolino nella frangiatura dei rami,
E le foglie risuscitano dalla morte secca.
Fiocchi di neve, non so chi voi siate!?
Freddo glaciale ritorna al polo, qui
C'è vita, qui c'è calore, qui c'è amore!
Lungi da me, o effimero potere! Ritorna nello
Stagno, o denaro invadente!
Vorrei non funger da burattino in questa
Società burattinaia, torbida e zibaldona.
Vorrei, per sempre, volar lassù nei cieli e
Udir senza manette: sognar è la tua mèta!
Ah! Quanti sospiri di stagioni passate
E di fiaccole spente, tra i freddi tifoni
Dei cuori in letargo e timorosi d'amar…
Mio Dio, com'è difficile mediar fra le stelle
E gli aridi terricci, o divulgar l'onnipotenza
Tua in questa valle di giudei che profetizzano
Il futuro con versatilità d'indole e arroganza;
l'infinito è immenso in questa laguna di
Ambiguità e nemmeno più i fiori scalfiscono i petti.
(III)
Gli arcobaleni sempre più di rado sfoggiano i bei colori
Intrisi di rugiada, sui mari e gli irti
Colli nevosi, poiché quaggiù in terra le
"Tempeste" sono interminabili e il "magico sole"
Tarda ad arrivare…
Quaggiù siamo principi di latta pavoneggianti
Ed esteti, grilli canterini senza dimora,
Giullari di corte al cospetto dell'idolo della ricchezza!
Le nostre paure sono il pasto preferito dei
Governanti senza idilli, ebbri soltanto
Di liquori e non di umanità…
Chi di noi ha veramente la vista? Chi affermerebbe
D'aver sano l'olfatto? E chi di noi è un
Autentico musicista o artista? Chi riesce
Veramente a vedere un albero, un fiore, una
Rondine, una montagna? Chi è vivo, fra noi?
Dal canto mio, io mi perdo fra i boschi e lacero
Ogni forma di razionalità, riuscendo a sfuggir
In silenzio alla insana speranza di non perir.
(IV)
La sera rinchiuso nelle ante, guardo attraverso
Gli occhi dei vetri, il magico gioco di luci sulla
Città morente, che annunzia il dolce evento
Primaverile, col vento che culla il polline dei fiori
Come un senso di procreazione e rinnovamento…
I cani prolungano fino a tarda sera i guaiti
Scambiandosi fra loro i messaggi di supremazia.
(V)
I fili d'erba accarezzano le serpi, come volessero
Preannunziar il loro vicino risveglio,
Mentre i primi insetti ronzano come vedette
Sui greggi lanosi e sulle fioche luci di campagna.
T'amo, o primavera! La presenza tua
Rintocca ogn'anno il buon umore ormai perso!
Gestisci la mia vita che s'inchina alla tua beltà,
Divori le mie energie sui mari bianchi che ti
Citano; tu, amante sempreverde inzuppata di
Poesia e musa di poeti e di innamorati.
Delibera la frescosità della tua nascita
Come la legge sacra intrisa nei nostri cuori;
Modella le rose in modo d'esser più belle,
Colora i crisantemi per esser più radiosi,
Modella le orchidee per esser più sontuose,
Erudisci l'uomo ad esser…illuminato!"
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0 recensioni:
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- Lodi e frustate. Grazie Aldo per ambedue le cose.
- Sublime... en attendant le bain dans la mer à Midi
Un incanto la tua poesia... Paolo
v
- I miei sinceri complimenti per questo splendido componimento poetico!
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