Nota dell'autore: Una poesia con una filastrocca in mezzo.
Volle il tempo darmi l’ultima illusione
ignaro del mio essere incosciente.
Mi mise contro il mondo! Quale mia occasione.
E nell’orgoglio che rimase diventai irriverente.
Con la verità nel sangue, senza paura di parlare,
spaccai l’ipocrisia e la buttai in mezzo al mare.
Mi trovai subito addosso la banda del Giaguaro,
che con un bel trabocchetto
compromise il mio lavoro,
sfidando pure il mio intelletto.
Il Giaguaro mi chiamò col suo fare da padrone,
e nel suo ufficio a porte chiuse, si volle confidare,
mi disse “Io ci credo e lo so che c’hai ragione,
ma l’ipocrisia del mondo non la puoi cancellare.”
Gli risposi “ Io ci credo e lo so che c’hai ragione,
ma se almeno non ci provo mi sento un po’ coglione.”
Mi disse “ Tanto ormai, hai gia perso la battaglia
da domani torni indietro a fare il saldatore.”
Gli risposi “ Siete voi la rovina dell’Italia!!
Di questo nostro popolo non lavoratore!
Preferite declassare chi il lavoro lo conosce,
chi svolge il suo operato con estrema dedizione,
dando ancora sempre spazio all’ipocrisia che cresce,
soltanto perché lecca …. il culo del Padrone."
"E adesso mi pagate per operaio specializzato
con la responsabilità della nostra produzione,
mentre invece il mio lavoro è da apprendistato.
Che bello lavorar senza più preoccupazione!"
Mi domando che prodotto darà questa nazione,
che bella qualità può varcare la frontiera,
se il mondo del lavoro è ipocrita e coglione,
che a forza di “leccare” continua a far carriera.