Virgola di sottile filo
in avanzo a dita di mano
al tremolìo d'età
che insegue cruna d'ago
di tanto in tanto
una macchina sale le curve
fino a un selciato liscio
che la porge sorpresa alla piazza
custodita da due bar
ove fuori ai tavolini
bontemponi ammalati di sbadigli
si giocano la noia
intervallata da qualche pausa
annunciata da rumorìo di tacchi
di baldanzosa donzella
subito trafitta da sguardi
e tesa a ricomporre scioltezze
esser refrattaria a sussurri
carichi arroventati
d'abitudini sofferenti
Il lamento di una campana
volta a scrollarsi l'ossido del tempo
fa da gong a fermare gli aperitivi
tra lo sfumacchiare in vortice
dei comignoli che corteggiano in delizie
narici secche
a sorreggere la punta dei nasi
a un sogno
Nel ripasso delle idee
cullate da un pisolino
si fa ponte il pomeriggio
allo spettacolo serale
fuori conto di repliche
I giorni.. felici
di lavorare per gli anni
portano silenzioso il conto
con dei solchi... sulla pelle
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Da:Vetriolo
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