Da "Schegge di poesia" - Silloge inedita
Quella sera in collina, sull’erba rugiata
d’una notte incantata, lui ha promesso,
ha giurato che sarebbe tornato
Ricordalo, Monica
Un ragazzo ha legato la sua anima
ai tuoi occhi di gatta, ai capelli di seta,
al vello impazzito sul corpo già pronto
ad accogliere il seme del suo giuramento.
Lui sussurrava parole d’amore
intrecciate fra anima e cuore,
mentre la Luna sbavava d’argento,
pioggia sottile dal firmamento.
E t’amava Monica, sigillava
il tuo corpo inarcando il cuore.
Placata tempesta, ruscello fu la sua voce,
tiepida sabbia dorata il tuo corpo di donna
mentre la Luna accendeva i tuoi seni fioriti.
Ricorda, Monica
Non dimenticare mai
quel ragazzo che giurava di tornare
mentre il treno lo portava lontano.
Le guerre, Monica, sono lunghe ed assurde
la morte impazzita correva per i prati spinati
mentre la Luna piangeva di rabbia
non per il fumo di mille granate.
Cadevano come vecchi fagotti, i soldati;
ognuno con il suo giuramento, stretto
La guerra è una cagna rabbiosa, ebra di sangue.
Quanto dolore nelle notti senza luce,
attraversate dai proiettili rossi che lasciavano scie
di morti imputriditi, sui dossi, sui prati secchi.
E nessuno di loro aveva ancora vent’anni.
Ma lui ha giurato, Monica
Non dimenticarlo
C’è un sole pallido, oggi a Montmartre,
mille ragazzi sorpresi d’esistere, camminano e cantano
e nessuno di loro ha più vent’anni, ma almeno cento.
Lui ha due stelle al posto degli occhi
lasciati una notte come pegno d’amore.
E ti chiama Monica
e corre verso di te
con le braccia protese,
e ride, e piange
È tornato, perché l'aveva giurato.
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Contro tutte le guerre, sempre