Ho teso
tutte le trappole possibili,
anche quelle strappacore a pagamento,
tessuto tutte le tele,
ordito tutte le trame.
Ma tu, bianca splendente,
te ne vai lo stesso,
lasciandoti dietro scie di sospiri rossastri
e comete di rancori ondulati.
Io, inconcludente avvilente,
pensavo che il tuo spasmodico amore
coprisse le mie mancanze
e attutisse le tue pretese.
Ma no, non è stato così.
Ti sei risvegliata
dal profondo del mio (nostro?) finto oblio,
dalle false attenzioni,
dalle premonizioni da cocomeraro,
empie e futili.
Hai messo più attenzione e,
togliendo i filtri dell'amore,
hai visto come sono veramente:
un sempiterno bluff,
un fragoroso niente.
Poi, con lacrime azzurre, striate di nero,
te ne sei andata.
Avevi jeans da ragazzina
e ragioni da donna.
Hai portato via con te il nostro odore,
le tue scarpe da sballo
e i tuoi sorrisi da giornata di mare.
E io, con aria furtiva,
cerco di cancellare tracce di te,
finendo spavalderie da clown.
I miei amici,
cari e assuefatti al mio ego,
ogni tanto dicono di di averla vista in giro.
Appare sempre, raccontano,
sorridente e con mani forti.
Io, faccio finta di non sentire e,
cercando di smorzare il cuore imbalsamato,
parlo di ibra e cappuccini indescrivibili.
Poi, con scuse da bimbi,
me ne vo' verso la garbatella,
fischiettando canzoni che non so più...