Il mare,
le onde,
il profumo della candeggina,
i passerotti,
i topi,
rumori e sensazioni lontane.
Guardo la mia pelle,
bianca, sintetica,
si è strappata all’altezza dell’omero,
nessuna bestemmia potrà ripagarla.
I tuoi occhi meccanici mi scrutano severi,
una pinna da sub cade dal cielo,
penso a mio nonno…
lui si, respirava il vero benzene,
esalazioni di un tempo perduto.
Il vento,
le onde,
radioattive,
sibilano fra i nostri capelli increspati,
trapiantati sul cranio come pozzi e trivelle.
Ti bacio sulla bocca di polietilene,
l’amore resiste ad ogni disastro ecologico.