Dopo gli affanni quotidiani ci cospargiamo del balsamo del riposo
Nel giacilio scivoliamo nell'incoscienza
Come foglia cade dall'albero
Grati di immergerci nell’imitazione della morte.
Ed ecco siamo su bianca spiaggia desolata
E il temerario spirito umano ci spinge su giunchiglia
Nel placido mar
In cerca dell’ignoto.
Ecco che gli incoerenti febbricitanti pensieri della notte
Agitano i flutti marini
Rimpianti, amarezze cadono in acqua increspandola vieppiù
E onde perigliose mordono i fianchi del vascello
Il nero cielo della notte squarciato da spettrali bagliori
Finché ormai disperando della salvezza
Ci troviamo sulla bianca spiaggia delle lenzuola
L’illusione della sicurezza versa nel lago del nostro cuore
L’argentea polvere del raziocinio
Calmandone il battito impazzito
Rischiarando i nostri pensieri
Qualcosa si impossessa ancora della nostra mente
Siamo in corsa giù da ripide scale
Ad ogni piano soldi, fama, affetti
Ma la frenetica corsa ci fa disperdere tutta quanto abbiamo raccolto
E se pur ad ogni piano siamo più trafelati
Più laceri per le rovinose cadute
Una forza ci spinge a correre sempre più
Sulle gelide, crudeli scale
Verso l’oscuro precipizio che tutto inghiotte
Finché un dolore ci fa perdere i sensi e ci riporta
Nel bianco tepore delle lenzuola
Ecco si prepara un nuovo viaggio,
Su un treno che inizia lentamente la sua corsa senza ritorno
Mostrandoci paesaggi, paesi e città
In ognuno dei quali abbiamo conosciuto e amato
La corsa del treno si fa furiosa
Le ruote stridono sul metallo incandescente
e noi siamo crivellati da ricordi e sensazioni
che vorremmo afferrare, rivivere
ma il treno della vita è troppo rapido e impietoso
ci concede solo rapidi sguardi
un attimo di gioia
per poi strapparci tutto
lasciandoci soli
prigionieri in una gabbia di metallo
Apriamo gli occhi e vediamo nell’oscurità due occhi di brace
Sentiamo soffiare un vento infuocato
Che sfoglia la nostra pelle e la nostra carne
Divorandoci come cosa morta e secca
Polverizzandoci nel vento dell’eternità
Dove il nostro cuore
Dopo innumerevoli tumulti
Non è altro che cenere