Il corridoio annunciò l’ampiezza
Del lungo ricercare
Del frenetico scandaglio
E cominciò ad enumerare
Le entrate
O uscite
E a farsi un’idea
Dell’idea..
La prima porta
Avvalorò la tesi
E la mano
Spiegò l’esistenza di una maniglia…
Pochi passi stabilirono la metratura
E diedero nomi a spazi
Che avrebbero occupato
Senza nemmeno avvertire…
La seconda porta
Anticipò la tela appesa
E l’architetto timido e stizzoso
Continuò a banchettare mosche
Noncurante…
Periferiche atmosfere
Arrestarono subito l’intenzione,
Decretando alla vista
Solo il bianco
E l’insaziabile nero,
Cosicchè…
L’invito saltò
E la terza porta rivelò giusto
L’argomentare dell’anticamera,
Insulsa,
Irrilevante,
Generica,
Ma dal tepore lieve,
Avvolgente,
Ammiccante…
I gregari ammisero saggi
Esponendo una targa,
Fuori dal dentro,
Sottolineando dorati ceselli,
Fantasticando sulla ricorrenza del nome
Che avrebbe ricordato quella geometria…
Scrollando la sabbia e abbandonando i sassi,
Diamantine unghie sfiorarono la toppa,
La sfera vi entrò con convinzione,
Il meccanismo si sciolse singhiozzante…
La soglia si distese e fu calpestata
E l’incolmabile memoria
Visse
Con un solo
Nome …