Come soffice paggio funesto
in un mare verde d'un cielo mesto
giaccio bigio in ombra avversa
giullare di codesta eterna farsa.
Di quando in quando minuta lacrima
s'infilza al viso aguzza lama
riflesso di un passato che ama
sprofondata in un presente che chiama.
Opposte fazioni fluiscono lente
dallo stesso caldo torrente
amori e passioni scaldano amari
gli stessi silenti cuori.
Pensieri che tramontano lenti
tra te e me tempestosi venti
un muro si erge ora solido
a proteggermi dal dio arido.
Così incedo al picco della valle
a sommerger lo spirto nelle zolle
e grido forte le preghiere al colle
un tempo cara dimora del solitario folle:
"Potessi piangere amori sordi
come fanciullo solingo nei miei ricordi
potessi urlare la livida schiuma
ch'entro ribolle rovente bruma
potessi lambire le Sue ferite
come Venere lambisce le vite.
Potessi credrGli con tutto il cuore
come l'uomo quando solo muore."
(1994)