a un certo punto
mia madre aveva tre gambe
e solo coi sonniferi
si giocava la notte
e braccia sottili come canne
aveva e strane strade azzurre
sottopelle, grosse di sangue ingorgato;
e due volte ripeteva le cose
e io le rispondevo
con la pazienza di un maestro;
come uscii dalla porta,
mia madre se ne andò, non saprò mai
se dallo stagno torbido degli occhi
riuscì a vedermi, quell’ultima volta