per correttezza devo dire che questa è una traduzione libera della poesia Infant Sorrow di Blake. ad ogni modo metrica, e resa dei significati sono miei
passi 3 anni chiuso in casa a non vedere nessuno, vai a scuola con dei compagni che odi (e loro ti odiano) per 8 ore e sabato e domenica non fai nulla. dopo un po' cominci a impazzire ma in companso affini molte altre cose: diventi sensibile alle flessioni della voce altrui, i gesti più involontari negli altri cominciano a parlarti quasi quanto delle parole... poi a forza di parlare da solo nel silenzio più totale della notte e ad ascoltare il suono della tua voce cominci ad affinare l' orecchio e quasi ti diventa spontaneo usare la prosa poetica...
so che la tua era una domanda retorica, ma ci tenevo a far vedere che soprattutto i più grandi artisti (non mi reputo fra questi ma ho molto in comune) hanno sofferto ed hanno passato la vita a soffrire. se ci pensi infatti non esistono opere fra i cui temi non presentino aspetti molto negativi della vita e sempre in modo più o meno accentato è presente la sofferenza. (fino a casi estremi dove muoiono tutti come l' Amleto...)