Giaci addormentata sul letto,
ed io,
immobile,
aspetto il tuo risveglio.
La luce fiacca di una
timida candela,
illumina il tuo viso
(ormai pallido)
Io ti vedo
e ti sento calda dentro me.
Mille ricordi inebriano i miei pensieri
ubriachi di te.
Un vecchio uomo ora siede vicino il talamo
dove riposi,
piange.
Ora accarezza i tuoi biondi capelli,
piange.
Il tuo seno allattò le sue speranze ed ora,
inerte, esanime, più non si esprime.
Giaci addormentata sul letto
ed egli immobile aspetta un tuo respiro,
un tuo sospiro.
Mille vaghi ricordi inebriano i suoi pensieri
ubriachi di te.
Rivolse a te mille attenzioni, e tu a lui.
Vorrei sentirti da lontano,
vorrei che le cornamuse suonassero
l’Annunciazione del tuo venire,
vorrei che suonassero l’Annunciazione dell’esistere