Abbiamo contato le stelle
quella notte,
ci siamo inzuppati gli occhi
di notte e comete :
stridevano nel cielo
come gessetti su lavagne
a anche tu
come me
ti sei tappato le orecchie
per paura di dimenticarne
il suono siderale
E abbiamo contato i nostri passi
lungo il profilo lieve della collina
che baciava quel lembo di blu
e sul fango delle nostre lacrime
scivolavamo ancora più giù
sul crinale, tremolante
di un sogno
Finiremo ancora una volta
accovacciati nel silenzio
di un’alba sfacciata
che dimentica troppo presto
il sacrificio d’astri e pianeti