Quando la primavera giura il suo ritorno,
il mare sembra un bimbo appena nato
che profuma di colonia e d’innocenza
e, ogni tanto, regala il suo vagito.
Di una donna rivolta verso esso,
guardavo i capelli che ad un garbato vento
si concedevano come nude linfe.
S’inarcavano lievi al loro amante
tornando giù senza fare sosta.
Lei contemplava la pelle del mare
senza sapere d’essere dipinta.
Cedette al sonno, con l’ultima boccata,
si strinse al golf forse troppo largo
o troppo stretto per viverci da sola.
Le nostre distanze furono sottili
e del suo volto evitai lo sguardo.
Facile dimenticar solo un dettaglio
ma mai un fermaglio che incatena dee.