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Residenza Paradiso
L'auto lentamente avanzava
superando stretti tornanti
dell'alto monte
dal nome altisonante.
Era citato monte "Paradiso"
nelle guide turistiche,
così come "Residenza Paradiso"
era la scritta sulla grossa insegna
che troneggiava in bella vista.
Era la prima volta,
dalla mia partenza,
che andavo da Mamma
nella nuova residenza,
così fu detto dai congiunti.
Non darti pena,
il posto è bello,
sicuramente avrà più compagnia,
si sentirà
Regina in un castello.
E intanto,
tramite un Notaio,
spartirono gioielli e averi;
col suo consenso
è vero,
e per procura
diedi pure il Mio.
Come Giuda
ebbi i miei danari.
Papà era scomparso
anni prima,
alla sua morte
evaporò il collante
di una famiglia unita.
Ci disperdemmo
per il Bel Paese,
ogniuno con il proprio peso;
nomadi erranti
a caccia di miraggi.
La strada di casa
non si perde mai
recitava una vecchia lirica.
Ma Io
l'avevo persa ormai,
e cosa ancor più tragica
inerte spettatore degli eventi.
Io pure deportai Colei
che con amore Ci donò la Vita,
e con uguale amor
non ripagammo.
Scrivemmo la sentenza,
senza appello,
Confinata in "Residenza Paradiso".
E Lei,
ancora e sempre Mamma,
serena la accettò,
donandoci un sorriso.
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