Non spira alito alcuno.
Nessuno
scivola più
Sulla costola di pietra
sul travaglio del Savio nero
Sospesa.
E quando nulla più attrae lo sguardo
e le forme seccano in gelo
e si tende il corpo come arco,
vano è ignorare il tumulto profondo
che urla nel cuore d’un uomo.
Mi vedo viandante nel mare di nebbia.
Quando dei barbagli faraonici del giorno
Rimane solo fiamma muta che soffoca tra i colli
E cedono le tele brillanti fra gli iridi
e il mondo esteso,
l’aria si gonfia s’adagia sospira
e cola pesante come maschera dal viso
ne dissolve gli spigoli e
svela il nero dell’essenza.
E della serpe d’asfalto che cavalco
non vedo altro.