Tu sei Pietro e su questa pietra
edificherò la mia chiesa
(Mt 16, 18)
La fede in Gesù trasforma la vita
di coloro che si lasciano amare
dal Signore crocifisso e risorto,
che perdona i peccati e dà il suo Spirito.
È il travaglio dell’anima,
consegnarsi all’amore che si dona,
sorprendente effetto trasformante,
dopo aver toccato il fondo della debolezza.
La gratuità dell’incontro sulla riva
del lago di Genesaret; il tracollo
delle speranze riposte nella legge
sul duro selciato verso Damasco.
Perché Pietro vegli nella notte dell’anima
per una pesca senza presa?
Perché o Paolo, rincorri quel nome
per gettarlo nell’oblio della storia?
E Pietro si scopre pescatore… pescato,
Paolo, cieco per l’improvviso abbaglio:
impotenti a proseguire oltre
nella notte della vita senza senso.
L’incontro con Cristo vivo illumina
l’anima prostrata per le attese
confuse e contraddittorie e tutto
finalmente incomincia ora, con Lui.
“Ho trovato il Messia”, annuncia
il discepolo a Simone di Giovanni;
e questi incomincia a diventare Pietra,
Roccia e garante della fede, fino ad oggi.
Una parola risuona, pronunciata
dal cuore che ha sempre le sue ragioni:
“Tu sei il Vivente”, proclama il pescatore,
il Cristo di Dio, ieri, oggi e sempre.
Chi sei tu, Signore che ti senti perseguitato?
Sono Gesù, risponde, il Testimone fedele,
il Primogenito dei morti che risorgono
e il Principe dei re della terra.
Come non amarti, o Signore,
dopo aver conosciuto la tua pietà?
come non incatenare la mia vita
alla tua che sale verso le vette dell’amore?
La fede diventa amore per l’eternità,
il perdono si trasforma in gratitudine,
l’abbandono in comunione con te,
il Regno diventa il solum necessarium.
Pben 29, vi, 2008