Io che fui tuo figlio,
nei tuoi profondi ed oscuri abissi concepito
dai tuoi eterni flussi e riflussi nato.
Culla primordiale di vita tu fosti
moto perpetuo del mondo,
sua linfa, suo sangue.
Per madre ebbi l'infinito turchino del cielo
Che con te ancora si sposa, in rinnovato amore,
là dove lo sguardo si perde e si confonde
in sognante incanto.
Di fronte a te, o padre, ora mi ergo,
dopo anni d'assenza
ed in rispettoso silenzio contemplo
la tua maestosa e eterna bellezza
che ancora una volta mi ricorda
quanto vana sia la mia fugace
ed incerta esistenza