Chi ama il padre e la madre più di me,
non è degno di me.
(Mt 10, 37)
Quanto amore sbriciolato,
sparso tutto intorno senza criterio.
Amore che cerca amori, chissà perché,
senza trovare un appagamento decisivo.
Affetto malato, falsa tenerezza,
compiacimento interessato…
quante energie disperse al vento,
per ricevere ingratitudine e dimenticanza.
Eppure l’uomo deve uscire da se stesso,
lasciare suo padre e sua madre
per crescere come pianta rigogliosa
nel giardino dell’umanità.
Sì, perché amare significa essere per tutti,
donarsi all’altro, liberato dai fardelli;
servire è la nuova forma dell’amore
inaugurata da Cristo per noi.
Egli per primo ha lasciato padre e madre,
per primo ha accettato di perdere la sua vita
per farne una grande offerta ai fratelli;
così non l’ha persa, ma l’ha donata per amore.
E io mi lascio rigenerare dall’amore nuovo,
per imparare finalmente la legge
dell’amore che si dona, si offre, serve,
accetta tutto perché l’amore è caritas.
Tutto quello poi, che ho lasciato
lo ritrovo purificato da ogni mio io.
Senza cordoni ombelicali attivi,
divento dono d’amore, semplicemente dono.
Tutte le porte sono aperte per te:
dono sponsale a Cristo nel matrimonio,
dono totale e puro a Dio, segnato
nell’amore consacrato da Cristo.
L’amore nuovo, così, è vero ed eterno
nel cuore di ogni fratello amato,
dove germina e cresce il Regno di Dio,
oggi, davanti ai nostri occhi increduli.
L’amore ha cambiato volto,
è diventato generosa offerta di se stessi,
dono totale, canto di lode
al Dio dell’amore-dono perfetto.
22, vi, 2008