Si ridesta il mattino
nella città assolata,
sola, sbandata nel fuoco
di povertà doviziosa.
Azzurro tremulo, fioco
l'orizzonte a Buenos Aires.
La sfilza di commercianti
sogghigna al facile guadagno,
al sospirato viavai
di turisti, ispanici viandanti.
In lontananza fruscio
di vento ancor caldo.
Eppur imperversa luglio
con l'intreccio zampillante
del gelo asciutto, smeraldo.
Istrionico il suo moto
accarezza il cielo errante!
Di lontano il corpo sfiora
di una danzatrice di Tango,
assorta nell'arte ammaliante;
da coltre di fango riaffiora.
Aralia sei: quale rampicante
t'inerpichi nei sentieri dell'animo
e col passo felino da lince
ti sposi col cielo danzante.
Piu' scendi in basso, nell'imo,
piu' mordace, il destino t'avvince!