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Tango Porteño.(Tango di Buenos Aires)

Si ridesta il mattino
nella città assolata,
sola, sbandata nel fuoco
di povertà doviziosa.
Azzurro tremulo, fioco
l'orizzonte a Buenos Aires.
La sfilza di commercianti
sogghigna al facile guadagno,
al sospirato viavai
di turisti, ispanici viandanti.
In lontananza fruscio
di vento ancor caldo.
Eppur imperversa luglio
con l'intreccio zampillante
del gelo asciutto, smeraldo.
Istrionico il suo moto
accarezza il cielo errante!
Di lontano il corpo sfiora
di una danzatrice di Tango,
assorta nell'arte ammaliante;
da coltre di fango riaffiora.
Aralia sei: quale rampicante
t'inerpichi nei sentieri dell'animo
e col passo felino da lince
ti sposi col cielo danzante.
Piu' scendi in basso, nell'imo,
piu' mordace, il destino t'avvince!

 

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5 commenti:

  • simona bertocchi il 25/10/2006 12:57
    Quanto è bella, Giovanni! Mi sono ritrovata a Buenos Aires solo leggendoti.
  • Ivan Iurato il 23/10/2006 11:38
    Talentuoso come sempre, riesci a realizzare immagini molto precise che nette si stagliano davanti agli occhi del lettore... ed in più è molto musicale.
    Bene.
  • Simone Sansotta il 22/10/2006 15:26
    Ottimo. Le parole virano e strusciano ome passi di Tango.

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