Se mi strappa il cuore
non sostituirlo,
lascia l’antro a buio,
fa che si riposi,
vuoto di voci, saturo di cielo,
e dai problemi sosti.
Spegni l’anima,
soffiala distante
lascia l’attesa in ombra,
al fresco di pace e di ristoro.
Così forse potrò
veder probabilmente
il tempo scappato,
afferrarlo per le orecchie,
dargli dell’impertinente,
dirgli che ha barato
sulla durata dell’ora
e lo sbugiarderò
perché mi sento ancora
indietro di trent’anni
e il suo odor d’eterno
sento assai lontano
né discerno traccia di calore,
ma il freddo del l’inverno
che trasformerò
in mite primavera.