È triste questa stanza d'ospedale.
In silenzio ti guardo, tu, seconda
di tre semplici fanciulle,
(la prima morta giovinetta)
ora non più cosciente
ché la tarda tua età
ti ha tolto lo sguardo e la parola.
Non so se tu ancora pensi,
se ricordi della bella stagione
ti sorridono lieti nella mente,
se ragazzetta ti rivedi
correre lungo il fiume con la mia mamma,
tua vispa e più giovane sorella.
La mia mamma, da te lontana
(lontana anche la mente)
giace in un altro letto
e dir non so se più o meno giovi
al vostro cuore il non sapere
della comune sorte.
E così pensando, dolorosamente
alle labbra mi sale una domanda:
"Quale delle due sorelle
arriverà per prima nell'infinita pace?".
È triste questa stanza d'ospedale.
2 luglio 2008.