Con il capo tra le mani,
urlo il mio dolore,
piango mi dimeno,
invoco il tuo nome.
Io che vivevo su una stella,
libero nel cosmo.
Nutrendomi d'aria,
dissetandomi di pioggia.
Hanno detto;
è pazzo.
Ma i pazzi siete voi,
con la vostra retorica,
i vostri falsi pudori.
Spacciatori d'ideali
mi avete rinchiuso quì,
in questa cella.
Io come cane alla catena,
mi dimeno, urlo,
rievoco il tuo nome.
La mia mente,
un groviglio di pensieri,
io, un gomitolo di lana,
senza alcun capo.
Salto da una parte all'altra
braccato come un lupo,
privato della sua libertà.
Pazzo!
Si pazzo d'amore per lei.
Per lei,
che ho lasciato ad aspettare
su quella stella
senza più ritorno.