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1 (rimane solo) cenere
la solita sigaretta si consuma
in cenere che cadendo si raffredda
gradualmente,
ed una volta
che precipitando si schianta
sfiorando la pancia
scalda pallida per forse un secondo
ed è prevedibile,
come..
la mia razionalità
che mi guiderà a piccoli passi
e ampie palpate su
quel che mi circonda.
che casuale, sembra muoversi
verticolosamente
come particelle subatomiche,
imprevedibili.
aspettami vita,
sono ancora in ritardo.
sarò sempre in ritardo
ma ti raggiungerò
stringendoti a fondo.
e quando sarai mia
con arroganza ti dirò
che la puntualità è solo
il ladro del tempo
come disse Oscar Wilde.
tu corri pure.
tanto sarai stanca..
e io sempre alle tue calcagna.
son questi i miei vent’anni di opaco amaranto.
tempo ne ho avuto
e tempo ne avrò.
in dure parole riconoscimi.
in parole corrosive.
in acidi fumi arancioni
di oltremare nitrato di rame.
ti guarderò con lussuria mentre ti sciogli.
aspetterò con pazienza il momento giusto.
e poi ti fonderò come vetro
sotto una potente fiamma ossidrica.
senza che limpide acque possan salvarti.
di te non rimarrà che leggera cenere
che fredda rotolerà su di me,
per poi schiantarsi miseramente a terra
frantumandosi in polvere.
sarò l’inquisitore di carni immaginarie.
che si sciolgono in futili frasi di circostanza
e vaghi, spietati, finti sorrisi.
non pastiglie ne dubbi liquidi
calmeranno la mia ira.
autentici odori
in consolatori abbracci
non sazieranno la mia sete.
vita, questa volta ti mastico spavalda.
mi cederai il lato comodo del divano,
ma poi, per non sgualcirti i vestiti
mi darai in pasto a voraci lupi.
non ci sarà dolcezza nella mie parole.
mastico vita
e sputo morte.
in una casa che
priva d’amore
apre vecchie cicatrici.
sforno parole come fossero caldi panini,
ma privi di quel inebriante profumo,
che li caratterizza.
anche se la “poetica”
pareva poter per un attimo
attutire il dolore,
sopravviene l’amara
consapevolezza d’angoscia,
d’un pianto
che è senza possibilità di conforto.
(c'è un continuo che ora metterò, ma mi piaceva separarle radicalmente)
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