E con il rumore dei ricordi
che risuona sui panni sporchi,
continuo a camminare
con le orecchie stordite
e il cuore trafitto.
Soffro in silenzio,
preda di una follia
che mi divora.
Dolce ginestra, infettami
il tuo placido virus:
sopravvivi al fuoco,
rinasci a nuova vita,
mentre il tuo profumo
vola sulle ali dell'aria.
Descrivo l'oblio
di un placido tramonto
d'autunno...
Aspetto il volgere del sole,
osservo gli attimi noiosi
e senza fine e annoto
nudi pensieri senza motrice.
Stufo di riflettere scrivo
lacrime e pianti.
Cosa resterà del respiro
di questi attimi?
Cammino nel ricordo
degli attimi fugaci,
alla ricerca dell'antica
città sepolta dal tempo,
stringendo a me una pagina
bianca imbevuta di lacrime.
E l'animo mio
tra i venti d'inverno
si dispera...